I disturbi dell’autostima

I sentimenti di autostima riflettono i livelli di soddisfazione che una persona ha di sé e la fiducia nelle proprie capacità nell’affrontare le difficoltà ed i problemi della vita; in altre parole il sentimento di autostima rappresenta il valore che ognuno ha di sé stesso e su questo poggia la nostra capacità di assumere responsabilità affettive, professionali, ecc… con un buon livello di sicurezza interiore.

I sentimenti di scarsa autostima, di disvalore delle proprie capacità, o nei confronti di tutta la personalità, possono derivare da una discrepanza fra l’immagine del sé “reale” rispetto ad un’altra immagine troppo “alta” o idealizzata di sé.

In altre parole la sofferenza nasce dalla differenza che esiste fra come egli si percepisce nella sua vita di tutti i giorni, e come egli desidererebbe tanto essere. Questa differenza tra le due percezioni può essere dovuta alla presenza nel soggetto di una immagine molto idealizzata di sé, e dunque irraggiungibile, ma può essere anche dovuta ad una sottovalutazione delle sue reali capacità (affettive, relazionali, sociali, professionali, ecc…).

In ogni caso un basso livello di autostima si esprime in scarsa fiducia verso di sé, in difficoltà nel rapporto con gli altri, in una scarsa fiducia nel mondo, una difficoltà a definire i propri traguardi e a perseguire le proprie aspirazioni nella vita. Questa situazione porta a voler dipendere dagli altri in quanto percepiti come più capaci, più sicuri, o ad avere il loro consenso per poter prendere delle decisioni.

Sono queste le situazioni in cui il soggetto, non trovando dentro di se una sufficiente base di sicurezza e autostima su cui contare, appare obbligato a rivolgersi alle relazioni esterne come fonte di gratificazione, di sicurezza e di rifornimento narcisistico per il proprio sé. Tutto ciò comporta anche una comprensibile esposizione all’ ansia ed una tendenza alla passività, scarso spirito di iniziativa e all’ambivalenza.

Al polo opposto, la presenza di una autostima eccessiva si manifesta in una persona che appare molto orgogliosa di sé, testarda e sicura.

Tale eccessiva sicurezza impedisce però al soggetto di essere consapevole dei propri errori, impedisce di apprendere dall’esperienza e modificare le proprie modalità di approccio alla realtà, o i propri obiettivi in funzione delle difficoltà incontrate.

Ancora più avanti lungo questa via potremo trovare soggetti con alti livelli di presunzione e con sentimenti di superiorità (disturbi narcisistici).

I disturbi dell’autostima si accompagnano spesso ai disturbi dell’alimentazione ai disturbi dell’umore e degli istati d’ansia.

Le persone con bassa autostima sono persone che soffrono per tale motivo, e sono pertanto più inclini a richiedere un aiuto psicoterapico dallo psicologo, onde poter ristabilire un riequilibrio interno fra capacità e aspettative.

Al contrario, le persone con un senso di autostima molto più alto rispetto a quanto realisticamente egli è in grado di mettere in campo, e che per questo può generare nel soggetto problemi certamente di grado non inferiore a quelli presenti nei soggetti con bassa autostima, presentano a volte maggiori difficoltà a chiedere aiuto proprio per via della loro eccessiva sicurezza.


Dott. Claudio Donadoni
Medico, Psicologo Psicoterapeuta

Psicologo bergamo

Ambiti di intervento

Disturbi depressivi

Disturbi ansia

Disturbi autostima

Terapia di coppia

Terapia di coppia

ALCUNI MOTIVI DELLA CRISI DI COPPIA

Quando è  utile ricorrere allo Psicoterapeuta della Coppia:

*Conflittualità protratta della coppia                                                

*Tradimento/gelosia nella coppia                                                                          

*Separazioni e divorzio                                                                                                

*Disturbi della sessualità e/o assenza del desiderio sessuale                                  

*Disturbi psicosomatici, malattie e disturbi da conversione nella coppia          

*Difficoltà scolastiche, caratteriali o disturbi psiconevrotici in un figlio             

*Assenza di vitalità, progettualità nella coppia                                                          

*presenza di lutti, dissesti finanziari o di altre esperienze simil-traumatiche che influiscono negativamente sulla vita della coppia.                                           

*Presenza di un dis-funzionamento complessivo dell’intera famiglia (ovvero quando una patologia di coppia si allarga a tutto l’ambito familiare)

Cercheremo ora di approfondire brevemente alcuni dei disturbi della relazione di coppia più sopra elencati.

Come Riconoscere uno stato di crisi o di sofferenza di una relazione di coppia.

Sono numerosi i segnali che si formano all’interno di una relazione di coppia disfunzionale, e che sarebbe necessario cogliere sin da subito per evitare che uno specifico disturbo della relazione fra i partner:

  • si cristallizzi nel tempo, dando luogo ad uno stato di sofferenza cronico che può coinvolgere tutta la famiglia
  • oppure evolva irrimediabilmente verso una crisi acuta a cui può seguire una separazione.

Il riconoscimento di segnali di difficoltà diventa più agevole quando la coppia, nel tempo, è stata in grado di sviluppare al proprio interno un monitoraggio continuo del proprio stato di salute relazionale e del livello di benessere psicologico derivante dalla propria esperienza dello stare insieme.

Ricorrere all’aiuto dello Psicoterapeuta di Coppia effettuando un primo Counseling di Coppia permette una maggior consapevolezza delle dinamiche disfunzionali in atto e, più in generale, dei problemi di comunicazione che agiscono fra i due partner.

I segnali disfunzionali più evidenti

Aperta conflittualità di coppia                                                                                      

Alcuni segnali, alcune disfunzionalità del rapporto sono evidenti, clamorosi, si impongono con forza all’attenzione della coppia, come quando si sviluppa una frequente conflittualità fra i partner, accompagnata da movimenti aggressivi, da colpevolizzazioni reciproche, da muro contro muro, a cui possono far seguito periodi più o meno lunghi di silenzio rancoroso da parte di uno o di entrambi.

La tipologia di questo tipo di problema appare come la più frequente, ed è quella per cui si ricorre maggiormente da uno psicoterapeuta di coppia, forse perché è la più difficile da sostenere nel tempo, e pertanto si impone una soluzione.

Se non affrontata per tempo aumenta il rischio di una definitiva separazione o- al contrario – si può assistere ad una escalation irrimediabile della conflittualità, con la possibile comparsa di agiti e violenza fisica.                                                                                                    

In questo secondo caso la coppia rimane legata più dall’odio che dall’amore e, come si sa, l’odio è un cemento certamente più tenace dell’amore.

Il tradimento/gelosia nel rapporto di coppia.                                                                     

Questo è un momento doloroso per il partner che subisce il tradimento, soprattutto nei casi in cui il tradimento non fa parte di una sequela di difficoltà crescenti della coppia, e che non sono state affrontate in tempo, ma entra in quest’ultima come un “fulmine a ciel sereno”.

Ciò può avvenire quando le problematiche della coppia siano state completamente negate per lungo tempo da uno o da entrambi.

In alcuni casi però appare difficile interpretare quest’ultima tipologia di tradimento come diretta espressione sintomatica di una disturbo della coppia.

Possono esistere infatti disturbi specifici di personalità, in uno dei partner, che può rendere sufficientemente conto di questo tipo di comportamento.

I segnali meno evidenti

In altri casi il malessere della coppia si manifesta in forme meno evidenti, ad esempio:

- attraverso alcuni disturbi della sessualità, quali ad esempio il deficit erettile e l’eiaculazione precoce nell’uomo, o la difficoltà nel raggiungimento dell’orgasmo nella donna o altri disturbi del funzionamento sessuale.                                             

Qui è possibile che la coppia si focalizzi sulle disfunzioni sessuali viste a sé stanti, e non come manifestazione di una sofferenza della coppia.

- quando la sofferenza della coppia viene oscurata dalla presenza di alcuni “malesseri fisici”, o disturbi psicosomatici, o disturbi da conversione a carico di uno dei partner. In queste situazioni la coppia appare soprattutto impegnata sul malessere fisico, sulla malattia del partner, celando in tal modo la sofferenza psicologica di coppia sottostante.

- in altre occasioni i problemi della coppia sono dribblati concentrandosi sulle continue difficoltà di un figlio: problemi scolastici, caratteriali, medici, ecc.

- oppure la coppia è “impegnata” e coalizzata a far fronte a “nemici esterni”, e che possono appartenere alle rispettive famiglie di origine, o all’ambito di frequentazione sociale della coppia. Spostare il nemico all’esterno del sistema conflittuale è una operazione che conosciamo molto bene ed è frequente anche a livello politico e sociale.

Quando tutto va bene nella coppia

Vi sono poi situazioni di coppia in cui le difficoltà, a causa della dimensione profonda in cui sono state relegate, non sono accompagnate da particolari campanelli di allarme.

Sono i casi in cui non si assiste ad un eccesso di qualcosa; al contrario, manca qualcosa, ma di cui la coppia apparentemente non sente questa mancanza (assenza di desiderio sessuale, la vitalità della coppia, la loro socialità, ecc.).

Qui la vita della coppia appare come spenta, routinaria, ma il rischio di innesti psicosomatici o di improvvise rotture laceranti, o di agiti improvvisi che possono manifestarsi in diverse direzioni appare molto probabile.

Le coppie idealizzate

Un’altra tipologia di coppia è rappresentata da uno stato di unità idealizzata ma indifferenziata, ricercata da entrambi o sottilmente proposta da uno dei membri della coppia.

Tutto deve essere fatto insieme; entrambi desiderano compiacersi a vicenda, sperimentare gli stessi gusti, le medesime scelte; tutto ciò che li differenzia viene visto come un pericolo per la relazione e pertanto deve essere attenuato. Le “vittime” di tali relazioni sono certamente lo sviluppo di una propria soggettività nel tempo, a volte la loro sessualità e la creatività della coppia e la possibilità di confrontarsi con il “Diverso” nella vita.

Mentre è evidente che se un conflitto di coppia aperto e clamoroso può spingere la coppia a chiedere aiuto, in altre situazioni, come quelle succintamente descritte qui sopra, la sofferenza della coppia non appare evidente.

E’ molto sotterranea, fa molta paura, ed i membri della coppia sembrano al momento non in grado di accettarla, di vederla, a causa di diverse paure, una delle quali è rappresentata dalla paura che la coppia si frantumi.

La collusione di coppia

Esiste poi una motivazione particolare che sorregge e prolunga nel tempo un po’ tutte le relazioni disfunzionali, e che è definita come Collusione di Coppia, da cui appare a volte difficile uscirne.

Questa si crea a partire da una sorta di “intreccio” (o identificazioni proiettive reciproche) tra problematiche dei due membri della coppia, a cui segue una sorta di complicità inconscia a non affrontare i temi essenziali da cui scaturisce la loro sofferenza, nonostante una parte della personalità di entrambi i partner soffra veramente a causa delle dinamiche disfunzionali che insorgono fra di loro.

La ricerca, l’individuazione ed il superamento (almeno parziale) della collusione di coppia rappresenta certamente uno dei target fondamentali della psicoterapia psicoanalitica della coppia.

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Il mio Studio di Psicoterapia Psicoanalitica si trova a Bergamo, in via Lapacano, 8.    Cell +39  335 6233518.

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